La Madonna della Cura – GELA 2023
Il mio dipinto, ‘La Madonna della Cura’ tenta di indicare una direzione, quella di prendersi cura dei luoghi e quindi delle persone che ci vivono”. Apprezzo molto lo sforzo che stanno facendo con l’associazione Civico 111, ringrazio Roberto Collodoro che ha pensato a me e mi ha coinvolto in questa iniziativa che segna un punto importante per la città di Gela, che ha una cicatrice evidente, quella della raffineria, che finché era in funzione produceva lavoro ed economia ma al contempo malessere, malattia e morte. Oggi che è chiusa da alcuni anni ha cambiato la demografia del territorio, si è determinato lo svuotamento dello stesso. Si percepisce subito arrivando a Gela un vuoto. E io proprio in un vuoto architettonico lasciato da un palazzo crollato ho dipinto questa icona, ispirandomi alla Madonna dell’Alemanna, icona bizantina di straordinaria manifattura conservata all’interno della chiesa madre. Ho liberamente interpretato una Madonna col bambino che diventa metafora di un territorio che ha bisogno di una madre che si prenda cura di lui, ma siamo noi la madre che deve prendersi cura di questa creatura, che fondamentalmente rappresenta noi stessi. Sul dipinto, in alto campeggia una scritta che dice ‘Speriamo sia amore’. Inizialmente pensavo di scrivere ‘Pensiamo sia sano’ pensando ai bambini che nascono in queste zone martoriate da industrie, fabbriche e raffinerie che producono morte. E invece ho optato per ‘Speriamo sia amore’ perché la cura è declinabile anche come amore. Questa cura, questo amore, è sicuramente un collante”.
Ringrazio anche e soprattutto la comunità gelese e la mia fraternità, Nino Carlotta e Danilo Alongi.
La realizzazzione dell’opera rientra nella rassegna “UE Eventi urbani”.